Vino nell’età del Bronzo a Pilastri (FE) Recentemente il Journal of Archaeological Science ha pubblicato un affascinante studio sui ritrovamenti presso il sito archeologico della Terramara di Pilastri di Bondeno (FE), grazie al quale sono stati identificati residui organici di un fermentato d’uva all’epoca dell’età del Bronzo, intorno al XV-XIV secolo a.C. Questo lascia ipotizzare che nel Nord Italia fosse già presente una bevanda assimilabile al nostro vino. La nascita del vino si data tra il 10000 ÷ 3500 a.C in un’area tra Turchia orientale, l’Iran occidentale e il Caucaso. Successivamente si espande tra il 3500 ÷ 1000 a.C. in Mesopotamia, Egitto e Palestina. Solamente tra il 776 ÷ 146 a.C. il vino si diffonde in Grecia e nella Magna Grecia giungendo quindi al Sud Italia. I ritrovamenti di Pilastri datano la scoperta del fermentato d’uva intorno al 1500 a.C. e questo permetterebbe di ipotizzare come la cultura del vino sia nata spontaneamente nelle zone ferraresi e non si sia diffusa grazie ai Greci. I marcatori identificati nei vasi di ceramica sono l’acido succinico e l’acido tartarico. L’acido tartarico è uno degli acidi dell’uva e l’acido succinico è un prodotto di trasformazione della fermentazione, quindi un acido del vino o più precisamente di un fermentato d’uva. Altra scoperta interessante è quella del ritrovamento di zolfo utilizzato oggi come antiossidante e conservante. L’ipotesi che anche i nostri avi lo utilizzassero a tale scopo lascia sbalorditi. Lo stesso per la presenza di residui di grasso e resina all’interno dei vasi che fa pensare ad una sorta di impermeabilizzazione per evitare di perdere il prezioso nettare. Dato ancora più significante è quello riguardante le analisi sui residui di polline che confermano la presenza della Vitis Vinifera già a quell’epoca. Quindi polline ed acido tartarico permettono di convalidare la produzione di un fermentato d’uva, ma vino o aceto? L’amore verso il nettare di Bacco ci spinge per la prima ipotesi, ma saranno gli studiosi a confermare o meno grazie alle loro preziose indagini. In ogni caso questa scoperta fa emergere il legame tra la nostra storia e quella della Vitis Vinifera, conosciuta ed utilizzata già dal XV/XIV secolo a.C.